L'Abruzzo
delle opportunità
Il turismo è un comparto che richiede una visione programmatoria continuativa e di lungo periodo, in grado di qualificare realmente la capacità attrattiva del “sistema-Abruzzo”.
Occorre garantire le risorse tagliate alla Via Verde Costa dei Trabocchi che con i suoi 42 km di estensione rappresenta un volano per far scoprire a ciclisti e camminatori la possibilità di scoprire un territorio ricco di testimonianze storiche, culturali e gastronomiche.
Bisogna puntare, anzitutto, sul sostegno a investimenti di qualificazione delle strutture pubbliche e private nel segno della sostenibilità, a partire dalla mobilità. È così per le grandi Città e i centri ricettivi della fascia costiera così come per i borghi dell’entroterra che sono una risorsa e mai, come malamente declinato dalle politiche della destra abruzzese, centri degni di spopolamento umano, intellettuale e produttivo.
Occorre promuovere un grande piano di rilancio del commercio, agricoltura e artigianato.
Il rischio per il commercio al dettaglio è che scompaia non solo dai centri minori ma anche dai centri medi e medio grandi della nostra Regione con pesanti ripercussioni sulla qualità della vita e dei servizi, sul valore degli immobili, sulla sicurezza delle strade. Le nuove generazioni sono spaventate da una burocrazia asfissiante, da una concorrenza senza regole delle grandi piattaforme del commercio elettronico, da margini sempre più sottili e da una difficoltà strutturale di accesso al credito e la Regione Abruzzo deve farsi promotrice di questo tema, aiutando i Comuni che vogliono rilanciare con piani specifici di rigenerazione urbana i centri storici.
Occorre incentivare con strumenti innovativi il ricambio generazionale anche nell’artigianato che deve tornare ad essere eccellenza della nostra Regione, che al contrario di tutte le altre Regioni d’Italia vanta la peggiore performance dell’ultimo quinquennio con quasi 3000 imprese artigiane in meno dal 2018.
Anche lo sport, con i suoi eventi di rango sovraregionale e internazionale sempre più frequenti, merita molto di più degli investimenti-spot a cui ci ha abituato il governo Marsilio (ad esempio con la nota vicenda del Napoli Calcio), perché consente all’Abruzzo di attrarre atleti e turisti da un lato, ma anche di valorizzare pienamente la fitta rete di associazioni e società del territorio che rappresentano una parte essenziale del nostro vivere di comunità.
Occorre recuperare anni di immobilismo anche sul fronte della connessione, dell’infrastrutturazione digitale e del diritto all’accesso. L’Abruzzo che vogliamo, per noi e per i nostri figli, è una Regione iperconnessa, che attraverso il digitale possa colmare divari sociali e territoriali, che sostenga le imprese nei processi di innovazione e le persone nella garanzia dei propri diritti, che semplifichi la vita di tutti e riduca la necessità degli spostamenti, facendo correre di più le informazioni anziché le persone.